Preghiere… o pretese? (parte 1)

Osho, ho pregato per anni, ma nessuna delle mie preghiere è mai stata ascoltata. Cosa c’è di sbagliato in me e nelle mie preghiere?

Preghiera significa semplicemente gratitudine, riconoscenza. Non è una richiesta, non è un desiderio. Se desideri qualcosa, non è più una preghiera. Allora non chiamarla preghiera. Questo però è quel che probabilmente hai fatto, hai desiderato qualcosa e hai chiesto a Dio: “Fallo per me, ti prego”. E dato che Dio non l’ha fatto ti senti frustrato.

C’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nella stessa idea di preghiera che porti dentro di te.

La preghiera non è una pretesa. Non è il desiderio di qualcosa. I desideri sono oggetti pesanti. Sono spinti verso la terra dalla forza di gravità, non possono volare verso il cielo.

Quando provi gratitudine pura, quando non chiedi nulla, ma sei semplicemente grato per quel che già l’esistenza ha fatto per te… e l’esistenza ha fatto per te molto di più di quanto tu non sia degno di ricevere, più di quanto ti meriti.

Prova solo a guardare quel che l’esistenza ha fatto per te! Ti ha dato la vita, l’amore, la gioia. Ti ha dato un’incredibile sensibilità per la bellezza. Ti ha dato la consapevolezza. Ti ha dato l’opportunità di diventare un buddha. Cosa vuoi di più?

Sii grato e allora le tue preghiere avranno ali, voleranno, raggiungeranno la vetta suprema. La terra non riuscirà a trascinarle verso il basso. Cominceranno a salire, a innalzarsi nel cielo, leviteranno. Con il desiderio, le preghiere gravitano verso il basso. Non possono levitare.

Ma milioni di persone continuano a pregare con questo atteggiamento sbagliato. Pregano solo quando hanno bisogno di qualcosa. E di qualunque cosa si tratti, piccola o grande che sia, che chiedano pane o denaro, non cambia nulla! Non chiedere niente. Ringrazia l’esistenza per quel che ha già fatto.

Inchinati! La gratitudine non ha bisogno di parole. Basta che ti inginocchi in profonda gratitudine, in silenzio. Una vera preghiera non è verbale. Le parole sono inadeguate. Sono fatte per altre cose, non per la preghiera. Si, qualche volta ti ritroverai con le lacrime agli occhi. Quelle significano molto di più di tutte quelle parole che potresti usare. Si, una volta tanto ti ritroverai a voler danzare come un mistico Baul, senza motivo, per la pura gioia di esistere!

Quella danza sarà la tua preghiera. Si, di tanto in tanto avrai voglia di suonare il flauto. E credimi, l’esistenza ama la musica! Canta, balla, piangi o stai semplicemente in silenzio. E rimarrai sorpreso: una grande luce scenderà su di te. Verrai inondato dalla beatitudine, da ogni benedizione.

Tratto dalla rivista Osho Times Ottobre 2009

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