Preghiere… o pretese? (parte 4)

Osho, come posso dire grazie?

Non ce n’è bisogno: sii semplicemente quel che sei. Permettiti di sbocciare. Celebra nella gloria. E quella sarà già riconoscenza e sarà sufficiente. Chiunque sboccia accanto a me ha già mostrato la sua gratitudine. Ogni parola sarebbe superflua. Ogni parola distruggerebbe la bellezza di quel che non è stato detto, del silenzio.

Se davvero sei arrivato al punto in cui mi vuoi ringraziare, non dirmelo; lo capirò. Se lo dici, porterai a un livello molto basso qualcosa di molto elevato. Sarai sorpreso di sapere che in India, una delle civiltà più antiche del mondo, forse la più antica, raramente senti qualcuno dire grazie. Nessun bambino ringrazia i propri genitori; nessun genitore ringrazia i propri figli. In Occidente, ringraziare è parte dell’educazione: in qualunque occasione dite “Grazie”!.

Se fai del ringraziare una formalità, diventa parte del tuo comportamento inconscio. Qualcuno ti offre una tazza di caffè e tu dici grazie. Se qualcuno porta l’illuminazione nella tua coscienza, usi le stesse parole? È assolutamente impossibile. Quelle parole sono diventate talmente formali. Le dici senza nemmeno pensarci, come un robot.

È una buona domanda, chiedermi come dire grazie, perché ci deve essere un grande sentimento di gratitudine, ma tutte le parole sembrano prive di significato. La riconoscenza, la gratitudine… sembrano tutti termini troppo riduttivi. Quel che ti è accaduto invece è talmente vasto… sarà così evidente sul tuo volto, nei tuoi occhi, ma non avrai alcun bisogno di farlo.

Tratto da Osho Times Ottobre 2009

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